Il cerchio dei curatori
Si è concluso il ciclo di incontri organizzato dalla Camera Minorile di Verona presso lo studio SLT – STRATEGY LEGAL TAX di Verona per la formazione di curatori speciali del minore, cioè gli avvocati nominati dal Giudice per rappresentare e assistere il minore in una molteplicità di situazioni sostanzialmente riconducibili all’esigenza di porre rimedio al conflitto di interessi tra i genitori e il figlio.
Da segnalare un interessante contributo sull’ascolto del minore, un diritto che il recente intervento del legislatore, con l’introduzione della riforma Cartabia, ha rafforzato.
La Dott.ssa Laura Campagnari, pedagogista e mediatrice familiare, ha spiegato agli avvocati/curatori speciali presenti che:
- comunicare è, in sequenza, parlarsi, spiegarsi, capirsi, apprezzarsi;
- comunque ci si sforzi, non si può non comunicare;
- per essere buoni ascoltatori bisogna mettere da parte: il ricordo (cioè la nostra storia), il desiderio (ciò che noi desideriamo) e il giudizio (la nostra personale valutazione sulla situazione);
- e il motivo per cui abbiamo due orecchie e due occhi ma una sola bocca: perché per capire il nostro interlocutore è importante ascoltare e guardare, più che parlare.
Ascoltare e capire i minori, che, se sono arrivati al curatore, sono minori in estrema difficoltà, significa comprendere i loro veri bisogni al di là di quanto sono in grado o meno di esprimere ed è una competenza fondamentale per chi vuole svolgere il ruolo di curatore in modo completo e competente.
In un panorama più ampio, però è altrettanto innegabile, che ascoltare e capire il cliente che è arrivato dall’avvocato per separarsi o divorziare o per risolvere una qualsiasi altra situazione familiare, e che quindi si trova in una situazione di difficoltà, è una competenza ormai imprescindibile per lo svolgimento del ruolo di avvocato che opera nel diritto di famiglia.
Per questo è importante, e sempre più in una società articolata come quella attuale, promuovere il confronto tra le diverse professionalità sul presupposto che l’approccio multidisplinare può condurre ad un miglioramento della difesa del minore, in primis, ma anche degli altri membri di quella struttura estremamente complessa che è la famiglia.
La collaborazione tra professionisti è senz’altro uno strumento che favorisce un efficace approccio nelle problematiche familiari.