E’ il contratto, bellezza! E tu non puoi farci nulla.
Nell’aspra battaglia per l’accaparramento dei vaccini AstraZeneca, Matt Hancock (Ministro della Sanità britannico) ha affermato: «Io credo che le nazioni libere debbano seguire il diritto. Bruxelles ha un contratto fondato sulla clausola del massimo sforzo, noi un accordo in esclusiva. E il nostro contratto prevale sul loro: si chiama diritto contrattuale, è molto chiaro» (la dichiarazione è stata riportata da tutte le principali testate giornalistiche).
Non entro nel tema tecnico (interessantissimo, almeno per gli addetti ai lavori come il sottoscritto), né ironizzo sull’evidente cortocircuito logico-giuridico dell’affermazione del Ministro (d’altro canto, collocato giustamente alla Sanità).
Osservo invece come la dichiarazione offra la plastica evidenza di come sia sottostimata (ad ogni livello) l’importanza di una puntuale redazione dell’accordo contrattuale: il contributo dell’avvocato nella conclusione di “un buon affare” è notoriamente e nella maggior parte dei casi considerato pleonastico.
Salvo poi magari far dipendere la vita di qualche centinaio di migliaia di persone (anche) dall’interpretazione del testo contrattuale.
(Foto di energepic.com da Pexels)
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